Ecco i 9 del Run Team prima della partenza |
Era l’estate del 2011 quando durante la vacanza estiva in Val di Fassa, arrivato
in hotel a Campitello, accendo la televisione e su un canale locale stanno facendo
vedere la replica di questa gara e affascinato dalle immagini mi sono seduto
sul bordo del letto fino alla fine del servizio…per poi esclamare queste
parole…”prima o poi la farò!”
E così ecco che 4 anni dopo sono di nuovo qui in Val di Fassa e mi sono portato quasi tutti gli amici del Run Team che ingolositi dalla mia proposta di andare a sfidare noi stessi su questo percorso mi hanno seguito ed ora non ci si può tirare indietro.
E così ecco che 4 anni dopo sono di nuovo qui in Val di Fassa e mi sono portato quasi tutti gli amici del Run Team che ingolositi dalla mia proposta di andare a sfidare noi stessi su questo percorso mi hanno seguito ed ora non ci si può tirare indietro.
770 partenti,35 nazioni rappresentate, questi sono i numeri di questa
edizione della Dolomites Skyrace, prima tappa del campionato del mondo di
skyrunning World Series ISF2015. Gara esaltante che si svolge in un luogo
fantastico e raro, veri e propri monumenti di roccia simili a terrazze naturali
dove dall’alba al tramonto si godono panorami unici e inimitabili, inoltre
questa gara è la perla del panorama mondiale con andata e ritorno dalla mitica
cima del Piz Boè, con tratti tecnici simili a quelli alpinistici, attrezzati
con catene e corde, insomma la Dolomites Skyrace è speciale.
La filosofia che sta dietro allo skyrunning è semplice: da un paese di montagna di sale di corsa in cima ad una montagna che sovrasta il paese e si torna giù nel minor tempo possibile, è una gara dura, 10 km in salita per un dislivello di 1750 mt e poi 12 km di discesa per altrettanti metri fino a ritornare al punto di partenza, la piazza di Canazei.
In mezzo prati, ghiaioni, alcuni passaggi in cui bisogna appoggiare le mani alla roccia.
L’organizzazione dice che per poter continuare la gara devi arrivare alla Forcella Pordoi entro 1 ora e 50 minuti e il tempo massimo per finirla invece è di 4 ore e 15 minuti.
Questa cosa ha provocato molta preoccupazione nel Run Team, si
perché non tutti erano convinti di poterlo traguardare in tempo, nei giorni
precedenti la gara non si faceva che parlare di questo “cancello” orario, un
modo per sconfiggere la paura.
Siamo arrivati in Val di Fassa in giorni ed alloggi diversi, chi si è
portato la famiglia come me e chi è venuto solo, alla fine il giorno della gara
siamo in 9 partecipanti e 10 accompagnatori una vera e propria gita, al ritiro
del pettorale insieme al Giardo, la gente parla tante lingue ma ci si capisce
al volo, si parla di scarpe, di bastoncini da portare o da lasciare, della
giacca a vento obbligatoria.
Nel pacco gara ci danno anche un calendario delle diverse edizioni, una bandana e soprattutto un paio di scarpe da trail, le Helios La Sportiva, sponsor principe della manifestazione.
Nel pacco gara ci danno anche un calendario delle diverse edizioni, una bandana e soprattutto un paio di scarpe da trail, le Helios La Sportiva, sponsor principe della manifestazione.
Il mattino dopo, sveglia alle 6.00, colazione, preparazione di rito e via verso
la piazza di Canazei insieme a Giardo,la giornata dal punto di vista meteo è
bellissima, cielo libero e sole a illuminare tutta la valle, qui l’aria è
fresca, arrivati al parcheggio della mercato incontriamo uno dopo l’altro tutti
gli amici del Run Team, questo l’elenco: Kikko, Giardo, Sonz, Sandro, Cri, Ale,
Gio, Daniele e Luca, siamo un bel gruppetto, si discute se portare o meno bastoncini
dalla partenza, la maggior parte di noi li darà alla organizzazione che te li farà
trovare al Passo Pordoi dopo quasi 6km di salita per poterli utilizzare sulla
ripida Forcella Pordoi con i suoi 2km e ben 600m D+ ,per poi lasciarli e poter
continuare senza ed essere più liberi nella discesa, ovviamente sarà
l’organizzazione a farteli ritrovare al traguardo, così dopo questa decisione, foto
selfie di rito ed entriamo nella terza e ultima gabbia riservata a chi come noi
non ha mai corso questa gara.
L’elicottero giallo e rosso del soccorso alpino e televisione si alza e con
lui il nastro che dà inizio alla nostra avventura, siamo a 1462m s.l.m.
arriveremo a 3152m s.l.m. parto tranquillo, tengo la sinistra del serpentone e
non sorpasso nessuno, me ne sto bravo al mio posto, dopo qualche centinaia di
metri su asfalto, passiamo la piazza, giriamo a sinistra e ci infiliamo in una strada
in salita, la strada presto si trasforma in mulattiera e comincia ad inerpicarsi.
Qui qualcuno inizia a camminare, io per ora no, magari faccio qualche metro di buon passo nei punti più ripidi ma poi riprendo a correre, se così si può dire,
si sale fino ad una strada asfaltata, il primo dei tornanti del Passo Pordoi, ma l’asfalto dura un niente, si supera di slancio la strada per affrontare un altro tratto su mulattiera e poi ecco che inizia la pista da sci, è curioso percorrere una pista in senso contrario e senza neve, in alcuni tratti si attraversano dei ponti in legno che hanno i segni dei bastoncini da sci.
Qui qualcuno inizia a camminare, io per ora no, magari faccio qualche metro di buon passo nei punti più ripidi ma poi riprendo a correre, se così si può dire,
si sale fino ad una strada asfaltata, il primo dei tornanti del Passo Pordoi, ma l’asfalto dura un niente, si supera di slancio la strada per affrontare un altro tratto su mulattiera e poi ecco che inizia la pista da sci, è curioso percorrere una pista in senso contrario e senza neve, in alcuni tratti si attraversano dei ponti in legno che hanno i segni dei bastoncini da sci.
foto dal Passo Pordoi alla forcella |
Continuo a salire bene, siamo sempre in tanti sia davanti che dietro, devo
sempre stare attento a dove vado perché quelli che usano i bastoncini occupano
lo spazio di tre persone, sto bene e ogni tanto sbircio il Garmin per vedere
quanto dislivello ho già completato e i tempi al km, si lo faccio per calcolare
una media di arrivo al Pordoi, calcolando la media di 9’ogni km dovrei arrivare
al Passo che è poco prima del 6°km in 55’,che sommati ai 45’ per fare i 2km
ripidi della Forcella dovrei essere su tranquillamente nell’orario del
cancello, poi però prima del Pordoi facciamo un tratto in piano dove riesco a
fare correre le gambe per poi salire di nuovo in spinta, vedo il Passo Pordoi, siamo
appena sopra i 2230 mt slm, oltre 750 metri saliti dalla partenza in soli 5,8
km di sviluppo orizzontale, guardo il cronometro e scopro con piacere di essere
in anticipo sulla mia previsione, arrivo li in 50’ netti, mi fermo al ristoro,
bevo acqua, sulla sinistra vedo la forcella, tiro fuori il telefono e scatto
una foto, lo ritiro ed è già tempo di prendere i miei bastoncini che mi vengono
dati in mano senza dovermi fermare da una ragazza dell’organizzazione, così
inizio la mia scalata.
foto dal Sass Pordoi |
Il primo tratto non è così ripido e il fondo è anche troppo duro, quasi non
è il caso di usare i bastoncini, ma faccio comunque le prove, visto che non li
ho mai usati prima, man mano che saliamo mi rendo conto che i bastoncini
aiutano molto in salita, riesco a salire bene, nonostante il terreno si è fatto
più ripido e sabbioso e piano piano la vetta si avvicina, l’ultimo tratto che è
un muro è fatto solo di ghiaia rocciosa, ma fortunatamente c'è ombra e la musica
ad alto volume più l’incitazione e gli applausi della gente di montagna che sta
percorrendo la nostra stessa strada ti caricano a mille.
Guardo in basso e vedo tutta la coda dietro me, un
lungo serpentone che è già tutto sulla salita dal Pordoi, così penso che anche i
miei amici del Run Team al completo dovrebbero farcela a restare nei tempi del
cancello, si perché a me mancano pochi metri e il cronometro dice 1h27’e rotti così
ecco che finalmente, dopo alcuni scalini
tracciati con il legno, arrivo alla forcella a 2830 s.l.m. ho fatto 600 mt di dislivello dal
Passo Pordoi in 28 minuti, pensavo di farlo in 40’,i bastoncini mi hanno
sicuramente aiutato, ora li lascio li al personale addetto che me li farà
riavere al traguardo, la gente grida ti incinta, bevo acqua, scatto un'altra foto
sul versante interno del Sass Pordoi e riparto su un altopiano “lunare” dove
regnano il vento e la pietra, il mio sguardo spazia lontano ma devo stare
attento a dove metto i piedi, qui si torna a correre, il sentiero, pur stretto,
è sgombro e si può andare, dopo una prima discesa si percorre un tratto in piano
per poi fare una salitina sulla neve, superata la quale scorgo la mia nuova
sfida: il Piz Boè, 3152 metri di altezza.
foto della Marmolada dal Piz Boè |
Dopo aver bevuto, sto ancora meglio, il respiro nonostante
l’altezza è sciolto, c’è vento ma non da fastidio, anzi direi che rinfresca, supero
agilmente qualche tratto impegnativo, e arrivo alle prime roccette come le
chiamano gli alpinisti, qui non si può correre ma ci si deve arrampicare aiutandosi
nei tratti di ferrata con le lunghe corde di acciaio, e si sale, si sale
ancora, uno davanti fa un passo indietro e mi pesta la mano sinistra, non si accorge,
io come Fantozzi tengo la bocca chiusa, e quando riesco a liberare la mano
emetto un piccolo grido, questi ultimi 320 metri di dislivello sono belli
tecnici, la roccia è solida e il percorso ben segnato e corredato di funi nei
posti più esposti ,pero anche un singolo passo diventa difficile, tanta gente
ferma in vari punti dei passaggi ci incinta alcuni ci chiamano per nome che leggono
sul pettorale, queste cose ti emozionano qui oltre i 3000m,e arrivo così in
vetta al Pizzo,fuori il telefono e foto al ghiacciaio della Marmolada alla mia destra.
inizio a scendere |
Sono passati 1h 54’ ora non resta che scendere così
dicono, ma in realtà so che dopo una prima discesa molto tecnica avrò un'altra salita
e poi si scenderà davvero, intanto mi godo questa, qui so che in base alle mie
qualità andrò molto meglio e come dico sempre cercherò di divertirmi al
massimo, mentre scendo i primi metri il cuore mi si allarga, devo stare attento
in alcuni tratti davvero pericolosi, poi però via di gran passo con balzi tra
una roccia e l’altra rimbalzando via leggero e giù a piedi pari sui ghiaioni
lungo i quali scivolare, ho il sorriso stampato in faccia come un bambino che
gioca.
Qui i volontari che segnano il percorso sono più numerosi,
visto la velocità di chi gareggia e le possibilità di caduta, gli escursionisti
ci guardano come fossimo dei pazzi e ci cedono il passo, io intanto inizio a
sorpassare diversi corridori, e in alcuni tratti provo a seguire l’istinto buttandomi
giù dritto su strada alternativa ma più insidiosa tagliando di netto il
sentiero più agevolato, in questo le mie Bushido mi aiutano molto perché non
cedono di un mm negli appoggi alla fine forse guadagni tempo, la cosa bella è
che tutti scendono a modo loro, sembra che si stia scappando tutti da qualcosa,
da qui fino a valle è un alternarsi di sensazioni forti e di immagini che
scorrono accelerate.
Il canalone dal quale risale l’elicottero come si vede
in molti film d’azione, con la serpentina del sentiero seguita dalla maggior
parte dei corridori mentre altri più forti o più pazzi tagliano per la massima
pendenza, io poco più avanti inizierò a fare come loro prendendomi dei rischi
ma senza mai cadere, dopo un tratto ripido tra pietre e rocce dove stare
attenti a non scaricare pietre su chi ti precede, inizio a trovare i primi
tratti con erba e pini che nascondono le insidie del sentiero, sono al 15°km e
di posizioni ne ho recuperate ma da qui inanellerò più di 50 sorpassi, quello
che sta iniziando è il mio terreno preferito, single track su terriccio con
qualche roccia da evitare o saltare, sto letteralmente volando, quelli davanti
a me vanno davvero molto più piano, sono galvanizzato da quanto sto bene di
gambe e fiato, infine il sentiero spiana, mancano 5 km, o questo è quello che
credo, dando uno sguardo al crono penso che andrò sicuramente sotto le 3h15’
che prevedevo, si rientra nel bosco su tracciato tutto curve sempre leggermente
in discesa, poi in alcuni tratti si sale per poi scendere subito, infilo altri
sorpassi e poi ecco che prima di un ponticello in legno da attraversare ho
davanti a me un ragazzo, non so se sorpassarlo subito prima del ponte o
mettermi dietro e farlo dopo, decido per la prima e qui scelgo male perché non
vedo che il ponte è tutto bagnato appoggio il piede destro e scivolo
letteralmente tipo buccia di banana fermandomi con la tibia contro il palo del
ponte, una bella botta, mi rialzo aiutato dal ragazzo, un controllo alle gambe,
niente di rotto, riparto di slancio, ogni tanto do un occhio alla gamba e vedo
che scende del sangue, me ne preoccuperò al traguardo.
Il mio arrivo |
La mia gara |
Lo speaker ha annunciato il mio arrivo chiamandomi per
nome e cognome e dichiarando la società Amatori Atletica Casorate Sempione, da
oggi anche un po’ Trail Runners, la posizione assoluta sarà 217° e 191° nella
maschile, ma questo poco importa,sono sceso dal piz Boè in 1h05' tanta roba per me ed ora conta aspettare gli altri del Run Team
sperando che arrivino tutti dentro le 4h15’ del tempo limite. Intanto raggiungo
la mia family per abbracciarli, Carlo mi salta addosso sorridente e questo è
ancora più bello della gioia per aver concluso questa gara, un bacio a Roberta
a cui spiego di averla vista troppo tardi e che sarà per la prossima gara l’arrivo
mano nella mano con Carlo.
Io e Cri con maglia finisher |
Dopo aver ritirato al meravigliosa t-shirt della Crazy
in premio come finisher, vado a bere al ristoro finale, e poi approfitto dei
medici sul loco per farmi disinfettare la gamba che presenta due grosse
lacerazioni, ma che una volta pulite saranno due belle croste da tenere tutta l’estate.
Intanto arriva il Sonz in 3h20’,non è sorridente al
traguardo ma questo perché è un po orso di suo in questo periodo, neanche il
tempo di fare due chiacchere che arriva il Cri in 3h26’ incredibile tempo per
lui, dopo pochi mesi di allenamento ma ben fatti, si vede perché è davvero
contento e io per lui, a questo punto aspettiamo gli altri sei ed ecco che in
3h41’ arrivano mano nella mano Ale e Giardo che si distrae inciampando nel
tappeto rosso rischiando il volo alla paperissima per pochissimo, incredibile
dopo una gara sulle rocce riesce ad inciampare in un tappeto!
un po di podio..manca Luca |
Le sorprese però non sono finite, mentre sto bevendo
della coca cola sento lo speaker annunciare il nome di Sandro e Daniele, mi va
di traverso la bibita,sono passate solo 3h 54’ e se per Daniele forse è un
tempo un po alto per le sue potenzialità, per Sandro invece è un tempo
stratosferico, alla vigilia era quello che aveva più paura di non arrivare al
cancello, ed infatti ci è arrivato in 1h48’ solo 2 minuti prima della chiusura,
ma poi in discesa è letteralmente volato andando più forte anche di Giardo e
Ale arrivati un quarto d’ora prima di lui..bravissimo, mentre Daniele è salito
bene e poi in discesa ha detto di non aver voluto prendersi rischi e scendere
tranquillo…bravissimo anche lui per la scelta saggia.
Il mio diploma |
Ora ne mancano solo due, le 4 ore di gara passano, ed ecco che 5
minuti dopo arriva Gio con qualche graffio sulle gambe ma super contento, così
manca solo Luca all’appello e dopo 4h08’ arriva distrutto con passo quasi
zoppicante ma c’è e noi lo festeggiamo tutti andandogli incontro sul podio dell’arrivo…ce
l’abbiamo fatta, l’intero Run Team è finisher della 18°Dolomites Skyrace.
MISSIONE COMPIUTA.